Robert Ballard e la vera storia del ritrovamento del Titanic

In Geografia insolita, Militaria, Personaggi, Storia di Luigi De Conti

1 - Prua del Titanic nel giugno 2004

1 – Prua del Titanic nel giugno 2004

Sembra un luogo comune ma, come spesso si dice, la realtà supera davvero la fantasia. Clive Cussler nel suo romanzo “Recuperate il Titanic!” non immaginava certo che anni dopo, in un modo simile a quello raccontato nel libro, la scoperta del relitto della nave più famosa della storia sarebbe avvenuta grazie ad una missione segreta: sì, perché Robert Ballard, colui che scoprì il relitto del Titanic, in realtà era in missione per conto della Marina degli Stati Uniti. Non so bene quando la versione ufficiale venne fuori, di certo nel libro di Ballard sulla cronaca della sua eccezionale impresa, non si fa menzione dei due sottomarini americani perduti che l’oceanografo dovette trovare e filmare prima di occuparsi del Titanic.

Robert Ballard

2 – Dr. Robert D. Ballard

RV Knorr Groenlandia 2011

3 – La nave oceanografica RV Knorr al largo della Groenlandia il 29 agosto 2011 (foto: S.Skrede)

Dopo i necessari preparativi, arriviamo così al 1985. La prima parte della missione consisteva nel mandare Ballard a bordo della nave RV Knorr a cercare i resti del sottomarino USS Thresher (SSN-593), affondato in circostanze poco chiare il 10 aprile 1963 a circa 200 miglia dalle coste del New England con 129 persone e 17 tecnici a bordo. I detriti, sparsi sul fondale, erano già stati localizzati nel 1963 dalla nave oceanografica USNS Mizar (T-AGOR-11) e fotografati dal batiscafo Trieste, ma il rivoluzionario Argo di Ballard avrebbe consentito una indagine più accurata sull’accaduto. Grazie all’esplorazione del sito dell’affondamento ed ai filmati dell’Argo, si riuscì infatti a capire che il Thresher andò perduto durante un’esercitazione a causa di una falla nella sala macchina, dove era situato il reattore nucleare.


Venne a mancare così l’energia all’intero sottomarino e le batterie di emergenza non furono abbastanza potenti da permettergli di emergere: il sottomarino cominciò a scendere sempre di più, ed essendo collaudato per una profondità massima di 600 metri, ad un certo punto inevitabilmente implose. L’oceanografo ritrovò il reattore nucleare integro e senza alcuna perdita di materiale radioattivo; la marina degli Stati Uniti fu pienamente soddisfatta e dichiarò conclusa la prima parte della missione. Nel frattempo però il famoso miliardario e cacciatore di miti Jack Grimm, già noto per le sue bizzarre ricerche dell’arca di Noè e del mostro di Lochness, fece partire la sua terza spedizione nella zona in cui si riteneva si fosse inabissato il Titanic, questa volta sicuro di riuscire a scovarlo. Anche se è ben nota la posizione del transatlantico quando venne lanciato l’S.O.S. la notte del disastro, il rilevamento della posizione di una nave a inizio secolo era alquanto impreciso. Inoltre, come si sarebbe scoperto poi, il Titanic viaggiava ad una velocità leggermente inferiore a quella stimata dall’equipaggio all’epoca; aggiungiamo il fattore “correnti” e si capisce che risalire alla reale zona dell’affondamento era un’impresa “titanica”, letteralmente! Ad un certo punto Grimm annunciò alla stampa di aver individuato, grazie al sonar, quella che sembrava essere un’elica del Titanic, ma ad una veloce verifica si scoprì che si trattava solo di una roccia dalla forma bizzarra e Ballard poté tirare un sorriso di sollievo: l’oceano continuava a celare il proprio segreto, da qualche parte a largo di Terranova. Così, avendo del tempo a disposizione prima di partire per la seconda spedizione per la Marina, decise di coinvolgere il proprio amico Jean Louis Michel, un oceanografo francese che aveva ideato un nuovo tipo di sonar. Ballard, che non fece menzione all’amico della missione segreta e dei sottomarini, aveva un piano: a bordo della nave Le Suroît, Michel avrebbe rilevato il Titanic con il suo sonar, e Ballard, grazie alle sue apparecchiature, avrebbe invece filmato. Dopo un mese, però, del piroscafo ancora nessuna traccia e l’oceanografo americano dovette assolutamente partire per la sua seconda incarico, ovvero occuparsi della ricerca dei resti del secondo vascello scomparso.

LeSuroît, Concarneau

4Le Suroît a Concarneau, Francia, nel 2007 (foto: J.B. Fagot).

L’ USS Scorpion (SSN-589) era un sottomarino classe “Skipjack dichiarato disperso il 5 giugno del 1968 con 99 uomini di equipaggio, durante una missione di osservazione del traffico navale sovietico in prossimità delle Azzorre. La Marina statunitense era già riuscita a localizzare quello che doveva essere il luogo dell’inabissamento, sempre grazie alla nave Mizar ed al batiscafo Trieste; così per Ballard fu semplice scendere con Argo, ritrovare il relitto e filmarlo. In questo caso però le cause del’incidente non furono mai del tutto chiarite lasciando spazio alle ipotesi. Alcune forse un po’ estreme, come quella che vorrebbe lo Scorpion vittima di un atto di guerra a seguito dell’affondamento del sottomarino sovietico K129. Sebbene gli americani avessero smentito fin da subito un proprio coinvolgimento, alcuni ufficiali sovietici ritenevano infatti che il K129 fosse stato speronato per errore da una nave della marina statunitense: così, secondo alcuni[1][2], i sovietici si sarebbero “vendicati” silurando lo Scorpion. Il fatto che il sottomarino avesse fatto un’inversione di 180° sembrava però suggerire un’altra ipotesi, cioè che si fosse auto-innescato un siluro nella camera di lancio (cosa non rara). I siluri avevano infatti un dispositivo interno di disinnesco in caso di inversione di rotta, per evitare che un sottomarino potesse essere colpito da un improvviso “dietro front” di un proprio siluro: forse l’equipaggio tentava di attivare questo dispositivo di sicurezza invertendo bruscamente la rotta del sottomarino.

USS "Scorpion"

5 – Prua del sottomarino nucleare USS Scorpion, con la camera di lancio dei siluri intatta. Giace a 10 mila piedi di profondità, 400 miglia a sud-est delle Azzorre (foto U.S. Navy).

Quando Ballard localizzò la camera di lancio, però, questa appariva ancora intatta. L’ipotesi ad oggi più accreditata è quella di un difetto del sottomarino stesso, non rilevato a causa delle scarsa manutenzione: lo Scorpion era infatti stato selezionato per un programma di revisione semplificata, concepito per far fronte alle pressioni della guerra fredda che imponevano di ridurre il tempo fuori servizio delle unità sottomarine. Anche in questo caso il reattore era integro, quindi Ballard aveva portato a termine anche la seconda missione, ma allo scienziato americano rimanevano meno di due settimane per trovare il Titanic e sembrava un’ impresa veramente ardua.
Tuttavia le due precedenti esplorazioni per conto della marina statunitense, oltre che consentirgli di fare molta pratica con il sottomarino filoguidato, gli avevano suggerito un’idea: Bob Ballard infatti aveva notato che i due sottomarini affondati avevano lasciato dietro di sé una scia di rottami per una lunghezza di 2 chilometri, quindi era probabile che anche nel caso del Titanic potesse essere avvenuta la stessa cosa: una scia di detriti è molto più grande della nave stessa, e quindi più facile da individuare. Decise così di scandagliare “a vista” una porzione a 1600 km al largo di Terranova, seguendo delle linee parallele distanti tra loro circa un chilometro e mezzo. Il nono giorno, il 1 settembre 1985, verso le 12 e 49 i due tecnici di guardia ai monitor che trasmettevano le immagini provenienti dal fondo, a quasi 4 km di profondità, iniziarono a notare nel fondale fangoso alcuni oggetti di natura artificiale. Ballard, che si trovava nella sua cabina a tentare di riposare, venne subito chiamato in sala di controllo e quando entrò dalla porta su monitor comparve, inequivocabilmente, un enorme massa circolare: una caldaia del Titanic! Finalmente lo avevano trovato.

Nei giorni successivi Ballard riuscì ad avvicinarsi al relitto vero e proprio scattando una serie di foto e registrando materiale video, sempre utilizzando Argo, la sua preziosa invenzione. Si ebbe la conferma che il Titanic si era spezzato in due come riferito da numerosi sopravvissuti , e questo spiegava la vastissima area di detriti presenti attorno al relitto. All’epoca del disastro però, nelle due inchieste ufficiali (una inglese e l’altra americana), si preferì dar retta al secondo ufficiale Lightoller (l’ufficiale di grado più alto sopravvissuto alla tragedia) e ad altri membri dell’equipaggio, i quali invece sostenevano che il Titanic fosse affondato integro. L’oceanografo ottenne il permesso dalla marina degli Stati Uniti di rivelare al mondo la sua eccezionale scoperta e godersi così tutti gli onori del caso, a condizione che non rivelasse il resto ella missione. Nel suo libro Finding the Titanic, infatti, non scrisse nulla riguardo ai sottomarini USS Thresher e USS Scorpion. Ballard tornerà sul sito nel 1986, scendendo “di persona” sul relitto del Titanic a bordo del piccolo batiscafo DSV Alvin. Ma questa è un’altra storia…


Note

  1. [1]Offley, Edward. Scorpion Down: Sunk by the Soviets, Buried by the Pentagon: The Untold Story of the USS Scorpion New York: Basic Books, 2007.
  2. [2]Sewell, Kenneth, and Jerome Preisler. All Hands Down: The True Story of the Soviet Attack on the USS Scorpion. New York: Simon & Schuster, 2008.

Collegamenti consigliati

Bibliografia e fonti

Immagini

  1. giugno 2004, [PD] NOAA/Institute for Exploration/University of Rhode Island (NOAA/IFE/URI) – NOAA
  2. [PD] NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) – Commons
  3. foto: Sindre Skrede, 29 agosto 2011 [CC-BY-SA-3.0] Commons
  4. foto: Jean-Baptiste Fagot, 24 agosto 2007 [CC-BY-3.0] Commons
  5. foto: U.S. Navy [PD] via Naval History Heritage Command (U.S. Navy)
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Luigi De Conti

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Regista e sceneggiatore di cortometraggi, grande appassionato di cinema ed effetti speciali. Cura il blog Libri & Cinema.