The Ashes 2009, Londra

The Ashes: uno strano trofeo per uno “strano” sport

In Sport di Alessio Lisi

The Ashes 2009, Londra

1 – The Ashes 2009, al Lord’s Cricket Ground di Londra. L’inglese Andrew Flintoff colpisce i wicket (paletti).

L’Inghilterra è rinomata per aver dato i natali a diversi sport ma uno in particolare è più english, nel senso stretto del termine, degli altri: il cricket. Le origini del gioco si collocano a cavallo tra il XIV e il XV secolo, nel sud dell’Inghilterra, come sport praticato dalla emergente classe borghese. Da li il cricket si è poi diffuso nelle colonie dell’impero britannico affermandosi in paesi come l’Australia, la Nuova Zelanda, il Sudafrica, l’India e fino ai possedimenti caraibici britannici. Fu proprio l’ex-colonia penale del Regno Unito, l’Australia, a dare vita insieme alla madrepatria Inghilterra, alla più importante e storica sfida di questo sport: “The Ashes”, ovvero “Le Ceneri”.

Darnall Cricket Ground

2 – Una partita di cricket al Darnall Cricket Ground di Sheffield, nel South Yorkshire (1821-1826 c.a).

Tutto ebbe inizio nel 1877 quando una selezione inglese si recò in Australia a sfidare la selezione locale. Il cricket in Australia era sbarcato nel 1803 e il gioco diventò presto “popolare”; si può quindi immaginare l’entusiasmo dei tremila spettatori presenti quando il 15 Marzo del 1877 al Melbourne Cricket Ground, in quello che viene considerato il primo test match nella storia di questo sport, l’Australia sconfisse l’Inghilterra. Gli inglesi si rifecero subito e nella seconda sfida, iniziata il 31 marzo dello stesso anno, sconfissero gli australiani; la loro “superiorità” era stata però messa in discussione. Cinque anni più tardi la selezione australiana si recò in spedizione in Inghilterra e fu allo stadio Oval che nacquero “The Ashes”. La sfida iniziata il 28 agosto e terminata il giorno dopo vide gli inglesi sconfitti in casa davanti a ventimila increduli spettatori: il clamore fu enorme. Gli “incivili” coloni australiani avevano sconfitto gli inglesi nello sport che loro stessi avevano inventato e per di più a casa loro. La testata Sporting Times pubblicò, ironicamente, un necrologio per commemorare l’evento:

Death-of-English-Cricket

3 – Il necrologio pubblicato da The Sporting Times di Londra nel 1882.


In Affettuoso Ricordo
del
CRICKET INGLESE,
che è morto presso l’Oval
il
29 AGOSTO 1882,
Profondamente compianto da una grande cerchia
di addolorati amici e conoscenti

Riposa In Pace

N.B. -Il corpo sarà cremato e le
ceneri portate in Australia.


Come se non fosse già bastata l’umiliazione del 1851, quando una goletta statunitense aveva sconfitto l’intero Royal Yacht Squadron in quella che sarebbe poi diventata la Coppa America di vela, gli inglesi erano stati di nuovo umiliati in qualcosa in cui credevano di essere i migliori al mondo. A differenza della Coppa America però la risposta inglese fu pronta: nel dicembre del 1882 gli inglesi tornarono in Australia per la rivincita o, come fu definita dalla stampa, per la «riconquista delle ceneri». Gli incontri furono tre: nel primo vinsero gli australiani ma gli inglesi si aggiudicarono le altre due sfide e la serie.

The Ashes: la squadra inglese di cricket del 1882-1883.

4 – La squadra inglese di cricket che partì alla “riconquista delle ceneri” nel 1882. Ivo Bligh, capitano della squadra, è il quarto da sinistra in 2ª fila.

The Ashes 1921

5 – L’urna di terracotta delle “ceneri”, in una foto pubblicata da Illustrated London News nel 1921. Oggi si trova al Cricket Museum di Londra.

Durante una delle tre partite, un gruppo di signore di Melbourne decise di dare una forma tangibile al nome che era stato assunto dalla sfida: donarono infatti a Ivo Bligh, VIII conte di Darnl e capitano della squadra inglese, una piccola urna di terracotta, alta circa 15 centimetri, contenente le “ceneri” del cricket australiano. A tutt’oggi non si sa ancora con certezza se davvero contenga le ceneri di una palla, di una mazza o dei paletti usati nel cricket, anche se la tradizione vuole si tratti delle ceneri dei paletti. Alcune fonti parlano di un’urna d’argento[1] ed è stata avanzata anche l’ipotesi[2] che lo “scherzo” consistette nella consegna di due differenti urne in momenti diversi del tour della squadra inglese. L’urna fu anche galeotta: una delle signore di Melbourne, Florence Morphy, sposò qualche mese dopo il conte Ivo Bligh. Il “trofeo” restò in casa della famiglia Bligh fino alla morte del conte avvenuta nel 1927; successivamente fu donato dalla vedova Bligh al Marylebone Cricket Club di Londra[3]. La sfida tra la selezione inglese e quella australiana iniziò a tenersi regolarmente e ad essa rimase impresso il nome di “the Ashes”. L’urna donata a Bligh però non divenne mai il trofeo ufficiale della competizione in quanto si trattava di un dono privato per il conte. Negli anni ’90 entrambe le squadre fecero presente di voler competere per un “vero” trofeo; il Marylebone Cricket Club, d’intesa con le due federazioni, commissionò una replica di cristallo in scala maggiore della piccola e famosa urna di terracotta.

Il torneo attualmente è così strutturato:

  1. Serie di 5 sfide; la vittoria va alla squadra che si aggiudica più vittorie;
  2. In caso di parità al termine della serie, la vittoria va alla squadra detentrice del trofeo;
  3. Il torneo ha cadenza biennale e si disputa alternativamente in Inghilterra e in Australia. Essendo però il cricket uno sport che si pratica solo in primavera/estate ed essendo il ciclo delle stagioni tra i due emisferi invertito, di fatto tra l’edizione inglese e quella australiana passano 18 mesi, mentre tra quella australiana e quella inglese 30.

Da tradizione, entrambe le squadre vestono di bianco, di tonalità diverse però: le uniformi australiane, infatti, tendono più al beige.

The Ashes1883, Sidney

6 – Il primo torneo “The Ashes” nel 1883 al Sydney Cricket Ground.

The Ashes 2011, Sydney

7 – “The Ashes” nel 2011, sempre al Sydney Cricket Ground (7 gennaio): a fronteggiarsi nel test match finale sono il lanciatore inglese Chris Tremlett ed il battitore australiano Michael Beer.

Ad essere strano nel cricket però non è solo la sua più antica competizione, anche lo sport in sé non scherza. Un test match di cricket può infatti durare fino a 30 ore distribuite su 5 giorni;[4] il campo, in genere ovale o rettangolare, può in realtà essere di qualsiasi forma perché non è regolamentato, ad eccezione della corsia al centro del campo dove si fronteggiano battitore e lanciatore, detta pitch, che deve essere lunga circa 20 metri e larga 2; il cricket deve essere giocato non solo come da regolamento ma soprattutto nel rispetto dello spirito del gioco, che è formalizzato nero su bianco e fa da preambolo al regolamento stesso.[5] I ritmi di gioco sono così lenti che per gli inglesi la maggiore qualità del cricket sta appunto nel non interrompere mai una conversazione né sul campo né sugli spalti. Si stima che cento milioni di persone nel mondo vadano matte per questo gioco, che potrà anche sembrare strano ma non si può negare che sia carico di storia e tradizioni.

Uno sport così radicato nel costume inglese è stato ovviamente citato in diversi libri. Merita tuttavia una menzione particolare il libro in cui il cricket è oggetto del famoso humor d’oltremanica: nel libro La vita, l’Universo e tutto quanto, del ciclo Guida galattica per gli autostoppisti, si parla del gioco del “Krikkit”, nato sull’omonimo pianeta i cui abitanti vogliono distruggere l’universo, con tanto di riferimento anche alle “ceneri” (non sveliamo altro per non rovinarvi l’eventuale piacere della lettura). Sempre in tema di libri non va confuso il cricket con il croquet in cui si cimenta, in una versione surreale, Alice con la Regina di Cuori nella famosa opera di Lewis Carroll Alice nel Paese delle Meraviglie.

The Crickets

8 – “Buddy Holly and The Crickets”: il loro nome non ha però nulla a che vedere con lo sport inglese.

Involontariamente il cricket ha anche contribuito al nome di una delle più grandi band della storia della musica. Era il 1960 e John Lennon propose il nome “The Beatles“, un gioco di parole che allude sia agli scarafaggi (beetles) sia al movimento beat, ma Mc Cartney e Harrison non erano propriamente d’accordo.[6] Lennon citò allora ad esempio i “Crickets” di Buddy Holly, affermando che anche il loro nome aveva un doppia valenza riferendosi sia ai grilli (crickets), sia al gioco di squadra: non aveva però considerato che i Crickets erano una band texana ed il gioco del cricket non l’avevano mai sentito nominare. I quattro lo scoprirono solo qualche anno dopo, quando ebbero modo di confrontarsi proprio con i Crickets; ma ormai il nome, “The Beatles”, era stato scelto.[7]

Il Cricket in Italia

Il tentativo di diffondere il cricket in italia si ebbe a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento in quello che era il triangolo industriale: Torino – Milano – Genova. Torino fu la prima città, di cui si ha traccia, ad ospitare ufficialmente un club di cricket. Nel Novembre del 1887 fu fondato, dai dipendenti inglesi[8] della filiale italiana della Thomas&Adams  con la partecipazione di Edoardo Bosio,[9] il “Football & Cricket Club”. I membri del club praticavano il cricket in estate e il football in inverno (tra l’altro in entrambi gli sport si gioca in undici). L’esperimento durò poco e nel 1890 il Football & Cricket Club si fuse con la squadra Nobili dando vita all’Internazionale Torino, club dedito però solo al calcio.

Atto di fondazione del Genoa, 1893

9 – Atto di fondazione del Genoa, 1893

A Genova nel settembre del 1893, la numerosa comunità inglese presente in città, sede di un consolato britannico, decise di dar vita ad un circolo sportivo: il “Genoa Cricket and Athletic Club”. Il nome del club descriveva di fatto le principali attività del circolo: giocare a cricket e praticare l’atletica mentre il calcio non veniva contemplato per via della scarsa considerazione di cui godeva, essendo uno sport adatto alle classi meno agiate.[10] Tre anni più tardi però si iscrisse al club genoano un medico inglese, tale James Richardson Spensley, che da grande appassionato di calcio allestì una squadra all’interno del club e nel 1897 riuscì a convincere i soci ad aprire le porte del club anche ai cittadini italiani. Nel 1898 il Genoa vinse il primo campionato di calcio italiano e continuò a dominare la scena per i primi anni del Novecento. Oggi il “Genoa Cricket and Football club” è il più antico club d’Italia e dal 2007 ha ricostituito anche una squadra di cricket. Nel dicembre del 1899 a Milano fu invece fondato, su iniziativa di cittadini italiani e inglesi, il “Milan Foot-ball and Cricket Club” ma anche qui a discapito del nome fu il calcio a contraddistinguerne l’attività; nel 1936 il calcio era ormai dominante e anche il club rossonero cambiò denominazione in Associazione Calcio Milan. Per ironia della sorte il cricket non si è affermato come sport in Italia ma ha invece contribuito all’affermarsi di un altro sport, il calcio, che sarebbe poi diventato sport nazionale. Nel 1980, dopo decenni di oblio, con la fondazione dell’Associazione Italiana Cricket il gioco è tornato ad essere praticato in maniera regolare anche in Italia.

Note

  1. [1]Cricket.” The Mercury [Hobart] 4 Giugno 1908: 8.
  2. [2]Munns, Joy. Beyond reasonable doubt: the birthplace of the ashes. Sunbury, Vic.: J. Munns, 1994. Pag. 65.
  3. [3]L’urna donata dalla vedova Bligh al MCC è di terracotta e riporta due etichette; su una c’è scritto “The Ashes”, sull’altra dei versi dedicati ai giocatori inglesi.
  4. [4]Esistono tuttavia altri tipi di partite adottate dalle federazioni: gli ODIs che durano un giorno e i TWENTY20 che durano dalle 3 alle 4 ore.
  5. [5](PDF) “Preambolo e regolamento del gioco“, dal sito della Federazione Italiana Cricket
  6. [6]All’epoca il quarto membro della band, Stuart Suttcliffe, era d’accordo con Lennon. George Harrison, riguardo disse in proposito: «L’origine del nome è oggetto di contesa. John diceva di essere stato lui a inventarlo, ma ricordo che Stuart era con lui la notte prima. C’era quell’analogia con i Crickets, che accompagnavano Buddy Holly; ma Stuart era completamente perso per Marlon Brando e nel film Il selvaggio c’è una scena in cui Lee Marvin dice: “Johnny, ti stavamo cercando, sei mancato molto ai Beetles, a tutti i Beetles”. Forse John e Stu stavano pensando proprio a quello. Quindi diamolo cinquanta/cinquanta a Sutcliffe-Lennon» (The Beatles anthology Milano: Rizzoli, 2010. Pag.41).
  7. [7]Guaitamacchi, Ezio. Rockfiles. 500 storie che hanno fatto storia. Roma: Arcana, 2012. pp. 68-69.
  8. [8]Tra di essi c’era Herbert Kilpin che qualche anno dopo si trasferì a Milano dove contribuì a fondare il Milan.
  9. [9]Considerato uno dei padri del calcio italiano
  10. [10]Gli iscritti al “Genoa Cricket and Athletic Club” appartenevano alla medio-alta borghesia.

Bibliografia e fonti

Immagini

  1. 6tee-zeven [CC-BY-2.0] da Flickr.
  2. 1821-1826 [PD] da The History of the City of Sheffield 1843-1993: Images ISBN 1-85075-431-4 via Commons.
  3. The Sporting Times. Londra: 2 settembre 1882.
  4. 1882 [PD] da Batchelder, Alf. In affectionate remembrance: the story of the mythical ashes. East Melbourne, Vic.: Melbourne Cricket Club Library, 2006. p.20. (Commons).
  5. Illustrated London News. Londra: 29 gennaio 1921; page 132.
  6. Sydney, 1883. State Libray of New South Wales [PD] via W.Commons.
  7. foto: Johnlp. Sydney, 7-1-2001. [CC-BY-SA-3.0] via Commons.
  8. 1957: figurina collezionabile Topp [PD] via Commons.
  9. Genova, Museo della storia del Genoa. [PD] via W.Commons.
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